Breve storia degli esport

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Game on, baby!

I videogame sono un’industria solida e un nuovo modo per fare soldi e carriera per i migliori giocatori al mondo. Scopriamo com’è nata la promettente industria degli esport e cosa possiamo aspettarci nel 2018…

Diventare un videogiocatore professionista non è proprio ciò che la maggior parte dei genitori sogna per i propri figli. Ma dopo aver letto questo articolo, in molti potrebbero cambiare idea. Oggi gli esport sono un’industria miliardaria che minaccia la supremazia degli sport tradizionali, grazie a milioni di spettatori in tutto il mondo e ad un pubblico enorme, disposto a viaggiare e pagare per vedere i propri eroi in azione. Gli esport sono cresciuti così tanto che oggi è persino possibile scommettere sugli incontri.

Il torneo di esport più visto di sempre si è giocato l’anno scorso in Polonia, quando l’Intel Extreme Masters Katowice è riuscito ad attirare qualcosa come 46 milioni di spettatori in tutto il mondo (rispetto ai 34 del 2016), 173.000 dei quali hanno potuto godersi lo spettacolo dal vivo alla Spodek Arena.

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Il tutto esaurito all'Intel Extreme Masters Katowice 2013

Il The International 2017 tenutosi alla Seattle Cente’s KeyArena di Washington, invece, ha distrutto il record ufficiale per il montepremi più alto mai distribuito negli esport. La settima edizione del Championship di Dota 2 della Valve ha messo in palio qualcosa come $24.787.916, dei quali ben $10.862.683 sono andati al Team Liquid, vincitore dell’evento.

Se il nome del Team Liquid non vi è nuovo, è perché si tratta della squadra dell’ex pro di PokerStars Bertrand ‘ElkY’ Grospellier. Prima di diventare un giocatore di poker di successo, il francese era un gamer professionista, oggi fenomenale in entrambi i settori. Ma gli esport stanno attirando l’attenzione anche delle leggende degli sport più noti. Il pro di PokerStars Andre Akkari, ad esempio, ha unito le forze con la stella del calcio Ronaldo per acquistare una quota del CNB e-Sports Club. Alex Rodriguez, Shaquille O’Neal e Jimmy Rollins, invece, hanno investito negli NRG eSports.
Se state ancora pensando che i video game siano roba da nerd asociali, vi invitiamo a unirvi a noi in questo veloce salto nel tempo.

C’era una volta…

Gli esport saranno pure un concetto relativamente nuovo, ma il gaming competitivo non lo è affatto. Il primo torneo dedicato ai videogiochi si è disputato addirittura più di 45 anni fa, alla Stanford University. L’Intergalactic Spacewar! Olympics nel 1972 attirò 20 persone in un doppio evento, cinque contro cinque e tutti contro tutti. I vincitori – Slim Tovar e Robert E. Maas (team) e Bruce Baumgart (singolo) – ricevettero un abbonamento annuale a Rolling Stone. (Ancor oggi è possibile giocare all’originale di Spacewar! al Computer History Museum di Mountain View, in California – nel caso capitaste nei paraggi).

I videogiochi divennero famosi alla fine degli anni 70, anche se per molti il massimo della competitività era semplicemente cercare di batterne i record. Tuttavia, nonostante i problemi logistici, venivano organizzati tornei enormi. Il primo fu l’Atari National Space Invaders Championship, vinto da Rebecca Heineman nel novembre del 1980.

Nel 1981, Walter Day mise in piedi Twin Galaxies, un database di record del mondo di videogiochi (ancora oggi fonte ufficiale), e due anni dopo si auto-nominò capitano dello US National Video Game Team. Day viaggiò con la sua squadra attraverso il paese a bordo di un enorme bus pieno zeppo di giochi arcade, sfidando chiunque e organizzando sfide globali da giocarsi nelle ambasciate. Il tour culminò nel Video Game Masters, torneo disputatosi nel 1983 che l’anno successivo comparve nel Guinness Book of Records.

Nel 1988, un giochino poco conosciuto, Netrek, gettò le basi per il futuro del gaming online. Si trattava di un gioco online da 16 giocatori, ambientato nello spazio, che mescolava lo sparatutto ad elementi di strategia in tempo reale. Con la diffusione della connessione Internet agli inizi degli anni 90, sempre più persone cominciarono a giocarci, tanto che nel 1993 Wired definì Netrek “il primo gioco sportivo online”.

I giorni nostri

Il gaming competitivo fece un salto di qualità negli anni 90, a cominciare dal Nintendo World Championships. A partire dall’8 marzo 1990, il NWC fece tappa in 30 paesi tra USA e Canada, dividendo i gamer in tre fasce d’età. Si giocò su cartucce appositamente create per il NES (ne furono prodotte solo 116, tanto che i collezionisti sono disposti a pagare oro per averle), e le abilità dei gamer furono messe alla prova su titoli come Super Mario Bros, Rad Racer e Tetris.

Tuttavia, il torneo che viene indicato come l’inizio degli esport moderni fu il Red Annihilation 1997, dedicato a Quake. Oltre 2.000 gamer si diedero battaglia online grazie ad un network speciale. I migliori 16 furono invitati a competere all’E3, in un’arena del World Congress Centre, dove Dennis ‘Thrsh’ Fong ebbe la meglio su Tom ‘Entropy’ Kimzey, portandosi a casa una Ferrari 328 GTS – appartenuta allo sviluppatore di Quake, John Carmack.

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Dennis 'Thresh' Fong' nel 1997 vinse quello che viene considerato come il primo evento esport 

Fong venne riconosciuto come il primo professional gamer al mondo, e l’idea di giocare per vivere cominciò a insinuarsi nella testa dei giocatori di tutto il mondo.

Il World Cyber Games e la Electronic Sports League (oggi ESL) vennero creati nel 2000, con la Major League Gaming che arrivò nel 2002. La svolta avvenne lo stesso anno con il lancio della xBox Live, che portava il gioco online sulle console. Halo 2, uscito nel 2004, fu il primo videogioco ad essere trasmesso in diretta televisiva nazionale per la Major League Gaming.

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Halo 2 fu il primo videogioco trasmesso in una tv nazionale in America

Da allora, la crescita degli esport non si è più fermata. Gli sponsor hanno portato i tornei dalle sale da ballo ai centri conferenze, rendendo il gaming una possibilità di carriera remunerativa. Gli sviluppatori hanno capito il potenziale degli esport e hanno iniziato a darsi da fare di più, cosa che ha accresciuto il volume d’affari, portando a migliorare il prodotto stesso e il lato broadcast. L’ultimo pezzo del puzzle è stato l’esplosione delle piattaforme di streaming live come Twitch, che ha permesso ai gamer di tutto il mondo di avere un ritorno economico stabile senza dover viaggiare e/o andare a premio nei tornei.

Se fin qui siete rimasti impressionati, sappiate che c’è ben altro. Nonostante i milioni di spettatori e un giro d’affari miliardario previsto nel 2018, gli esport stanno ancora crescendo e devono ancora diventare popolari. Quando succederà, i gamer di oggi saranno probabilmente le stelle dello sport di domani.

Da non perdere…

Intel Extreme Masters Katowice2018
2-4 marzo, Spodek Arena, Katowice, Polonia

Lo IEM è qualcosa di enorme. Creato nel 2006 dalla ESL, è un gaming tour globale giunto alla sua 12° stagione. Le finali si disputano in Polonia a marzo, dove un pubblico gasato assisterà alle sfide tra i migliori al mondo di Counter-Strike: Global Offensive e StarCraft II – Legacy of the Void. Se siete disposti a fare la fila, ci sono ancora pochi ticket gratuiti. Altrimenti potete pagare tra i 60zł (circa €13) per un pass giornaliero e i 4.000zł (circa €850) per un biglietto God Mode della durata di tre giorni, con posti prenotati e due notti in un hotel di lusso. Le finali di Katowice l’anno scorso sono state seguite da 173.000 spettatori in loco e da 46 milioni di persone online.

La top five degli esport più ricchi

Dota 2 – $133.122.261

Seguito della mod di Dota (Defense of the Ancients) di Warcraft 3, Dota 2 è un MOBA (Multiplayer Online Battle Arena) 5 contro 5 in cui lo scopo è distruggere il cosiddetto ‘Ancient’ altrui. Il gioco è totalmente gratuito ed è capace di attirare oltre un milione di giocatori in contemporanea su Steam.

League of Legends – $49.501.718

Un altro gioco gratuito ispirato da Dota. Il LoL World Championship 2016 ha messo in palio $4.946.970, con i Samsung Galaxy a fare la parte del leone.

Counter-Strike: Global Offensive – $47.768.762

Il quarto titolo della serie di Counter-Strike (sparatutto in prima persona) mette di fronte due team, Terroristi e Anti-Terroristi.

StarCraft II – $25.355.066

Seguito del primo capitolo del 1998, StarCraft II: Wings of Liberty è uno strategico in tempo reale diventato recentemente gratuito, anche se occorre ancora acquistare l’espansione Legacy of the Void.

Heroes of the Storm – $11.961.532

Il MOBA di casa Blizzard con protagonisti i personaggi dei suoi titoli quali Warcraft, StarCraft e Diablo, nonché la novità Overwatch. Blizzard lo definisce una ‘rissa eroica’ online.

Da tenere d’occhio: Overwatch

Overwatch è uno sparatutto a squadre in prima persona, acclamato dalla critica e oggi spinto come titolo esport, grazie ad una lega formata da team permanenti. La prima stagione è appena iniziata e si concluderà con i playoff di luglio. I team giocheranno per un montepremi di $3,5 milioni.

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