Gioco online: bando di gara con 80 concessionari. Quadro politico complesso per liquidità internazionale

Per il nuovo bando di gara per l’online sono state presentate 80 domande (secondo le prime stime di Logico, l’associazione dei concessionari telematici) per un incasso riservato allo Stato pari a 16 milioni di euro.  Altre 50 concessioni scadranno invece nel 2022. Gli operatori attivi saranno più di 130 dopo l’apertura delle buste prevista ai Monopoli di Stato il 19 aprile.

Ma nonostante il mercato legale si stia rafforzando con l’ingresso anche di grossi e storici  operatori offshore che hanno sempre offerto gioco in Italia, la demagogia contro il settore domina nella politica attuale e questo atteggiamento rende il contesto molto difficile, soprattutto per le società che operano da anni seguendo le regole e versando soldi all’erario. Per i nuovi concessionari rimangono diverse incognite, ad iniziare dalla liquidità internazionale.

La retromarcia del precedente Governo

L’azione di lobby italiana di 4 mesi fa che ha rallentato l’ingresso nella condivisa, convincendo il Governo Gentiloni e il Partito Democratico a fare una clamorosa retromarcia e non riconoscere gli accordi firmati a livello internazionale, rischiano alla fine di aver raggiunto lo scopo ostruzionistico messo in atto per meri scopi commerciali, danneggiando gli interessi di migliaia di giocatori ed appassionati di poker oltre che dei concessionari e dei paesi partner che vedono compromesso gran parte del progetto.

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Prossimo esecutivo: scenari

Il quadro politico è frastagliato, ma nelle ultime ore si è vicini ad un accordo a sorpresa riguardo le presidenze delle Camere. E si sta profilando una possibile ed inedita coalizione per la formazione del nuovo esecutivo che prevede l’alleanza del Movimento 5Stelle e della Lega Nord o in alternativa M5S+PD (secondo attenti analisti la paura di riandare alle urne per i democratici alla fine sarà decisiva nelle prossime settimane).

Salvini e Di Maio hanno ribadito che le trattative per la nomina delle presidenze non riguarda eventuali negoziazioni per il Governo. In tutti i casi rimangono molte incognite per l’ e-gaming tricolore.

Schieramenti per Palazzo Chigi: posizioni sul gioco online

M5S e Lega Nord sono due schieramenti che hanno poco in comune ma che condividono di fatto un aspetto: l’avversione totale per il gioco ed il mercato legale. Con uno scenario del genere, la liquidità condivisa in Italia diventa una chimera. Stesso discorso in caso di alleanza tra 5 Stelle e Partito Democratico. Il risultato pare scontato.

Nomina Presidenti delle Camere: passaggio cruciale

Un passaggio decisivo sarà la nomina dei presidenti delle Camere appartenenti agli schieramenti suddetti che influenzeranno la composizione, a loro volta, delle commissioni parlamentari (in particolare Finanze e Salute), dove in genere si discutono e si votano le questioni più stringenti riguardo al gioco legale. La composizione di tali commissioni è senza dubbio decisiva per le sorti dell’intero settore.

Questa prima fase di trattative vede la presenza dell’intero Centro Destra (Forza Italia è favorevole alla regolamentazione del gaming, Fratelli d’Italia meno) al tavolo. D’altronde è un passaggio obbligato: la nomina dei presidenti è, in ogni caso, un passo fondamentale per poter dare, come prassi costituzionale vuole, al Presidente della Repubblica la possibilità di aprire la fase delle consultazioni per la formazione del nuovo Esecutivo con i presidenti di Camera e Senato che avranno comunque un ruolo importante (ma non decisivo).

Ipotesi più accreditate

Senza presidenti delle Camere (e di un probabile accordo politico trasversale) non si può procedere. Le ipotesi più accreditate vedono favorito un candidato del Movimento 5 Stelle al Senato ed un leghista alla Camera.

Per il Governo invece nelle ultime ore, paradossalmente, si potrebbe ragionare in senso opposto. Una volta aperte le consultazioni potrebbero ribaltarsi le posizioni. Ed per accreditati analisti avanza l’ipotesi di un asse Movimento Stelle-PD. Ma la situazione è talmente complessa che non è facile fare previsioni attendibili.

In tutti i casi al centro della scena ci sarebbero sempre i pentastellati, contrari al gioco online (non a caso vogliono far approvare il divieto sulla pubblicità). Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi, ma il mercato legale rischia di essere penalizzato a favore di quello illegale, se verranno presi determinati provvedimenti.

In ogni caso i partner europei come Francia, Spagna e Portogallo attendono ancora risposte concrete dall’Italia e da chi aveva firmato l’accordo di Roma di luglio 2017.

 

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