Baretta (Min. Economia) ad Assopoker: “tra online, poker live e liquidità europea. Il proibizionismo? Assist all’illegale”

In questi giorni caldi della politica italiana, Assopoker ha intervistato Pier Paolo Baretta, ex sottosegretario al Ministero dell’Economia con delega ai giochi. Lo ha raggiunto il nostro Claudio Zecchin.

L’ex parlamentare del Partito Democratico è stato il padre dell’accordo Stato-Regioni che non ha però trovato attuazione, per via della scadenza della legislatura. Senza dubbio è una fonte molto attendibile per valutare i futuri sviluppi del gaming pubblico con il nuovo Governo.

di Claudio Zecchin

Si parlerà del poker live nel prossimo governo? Abbiamo chiesto un parere a Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Mef con delega ai giochi durante i governi Renzi e Gentiloni, che in questi anni ha lavorato ad una riforma del settore del gioco pubblico.

Intravede possibili aperture per la regolamentazione del poker live?

“I presupposti non ci sono. Visto il testo dell’accordo di Governo Lega-M5S non credo ci sia la possibilità di un’apertura verso la regolamentazione di un nuovo gioco. La mia speranza per il settore in generale è che si possa tornare su una via politica più equilibrata una volta compreso quanto sia complesso il settore dei giochi in Italia”.

Come mai il poker live non è entrato a far parte delle vostra riforma del settore?

“Abbiamo lavorato a lungo sul poker online, tema che abbiamo sempre considerato serio ed emergente. Per quanto riguarda il telematico abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con gli operatori, ma con il poker live non si è mai creato un vero dibattito”.

Il problema quindi non è stato affrontato con la dovuta convinzione. Non è stato fatto neanche durante gli incontri con Federgioco, l’associazione dei casinò italiani?

“Potete immaginare che il poker live ha un valore marginale nel settore, se confrontato, ad esempio, con slot e Gratta&Vinci. Con Federgioco in questi anni è stato creato un confronto costruttivo, ma basato principalmente su questioni diverse dal poker proposto nei circoli”

Torniamo all’online. La liquidità internazionale è partita senza l’Italia…

Penso sia necessaria una disciplina europea: liquidità internazionale, pubblicità e tassazione vanno affrontate con un approccio comunitario. Un accordo tra quattro paesi non credo possa essere abbastanza forte e duraturo”.

Nell’accordo Lega-5Stelle è stata anticipata una serie di interventi sul settore dei giochi che metterebbe a rischio, secondo le prime stime, 15-20mila posti di lavoro e 4-5 miliardi di euro per l’Erario. Lei cosa ne pensa?

“C’è da riflettere. Mi viene da pensare a quanto sia stato contestato il lavoro del precedente governo in questi anni. Eppure gli estensori del contratto di Governo Movimento 5 Stelle e Lega hanno ripreso metà del programma elaborato durante la Conferenza Stato-Regioni. La tessera del giocatore, la necessità di maggiori controlli, il divieto di pubblicità, la qualificazione dei punti gioco, sono tutte colonne portanti della nostra proposta, diventata, poi, il testo del riordino del settore approvato in Conferenza unificata.

C’è da ragionare poi sulla linea della fuoriuscita del gioco pubblico dal settore delle slot. Questa politica comporterebbe un grave danno occupazionale e molte aziende potrebbero chiudere. La linea proibizionista rischia di non produrre l’effetto sperato, ma al contrario rischia di far crescere il gioco illegale. Non è così che si combatte la ludopatia. Noi abbiamo perseguito una politica fatta di equilibrio, puntando sulla riduzione e sul controllo”.

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