Doug Polk insulta Daniel Negreanu, la replica: “Sei un personaggio negativo per il poker”

La faida tra Daniel Negreanu e Doug Polk sembra non avere fine. La scorsa settimana il professionista americano ha infatti attaccato nuovamente il testimonial di Pokerstars utilizzando un linguaggio ancora più duro rispetto al passato.

Come avevamo già visto, Doug non perdona a Daniel il fatto di aver dichiarato con leggerezza, durante un podcast dell’anno scorso, che in certi contesti la rake sia più alta è un aspetto positivo per i giocatori.

Il discorso di Negreanu era il seguente: se la rake viene alzata a un punto tale da non rendere la partita profittevole per i professionisti, non rimarranno che i giocatori amatoriali al tavolo. In questo modo, giocando solo tra amatoriali, i loro soldi dureranno di più.

Una riflessione che fece molto discutere e diede il via a una delle rivalità più intense degli ultimi anni. L’ultimo scambio di accuse e insulti (da parte di Polk) è avvenuto tramite YouTube: Doug ha attaccato il rivale in un podcast con Joe Ingram, mentre Daniel si è sfogato nel suo personale podcast.

Doug Polk

Doug Polk: “Negreanu è una little bitch

“Capisco che Daniel debba dire determinate cose per guadagnarsi da vivere, perché con il poker giocato non fa più soldi“, ha esordito “WCG|Rider”. “Ma da qui a far finta di essere il “bravo ragazzo” che pensa solo al bene del poker e non ai suoi interessi, è ridicolo. È un ipocrita e francamente è imbarazzante per tutti i giocatori di poker”.

Successivamente, Doug ha spiegato di non sopportare Kid Poker anche per il suo modo di fare. Qua l’invettiva si sposta quindi su un piano personale.

“Ciò che non reggo di Daniel Negreanu è che è incredibilmente meschino. Mi sembra quel tipo di ragazza che al liceo non è popolare ma crede di esserlo e vuole esserlo a tutti i costi, allora va in giro a dire cose alle spalle degli altri. Quattro o cinque giorni fa, ad esempio, ha scritto che lui non abbandonerebbe mai il poker al contrario di certe persone. Ho capito, Negreanu, ti riferisci a me, ma seriamente: stai zitto“.

In chiusura, Doug ha definito il collega una “little bitch“:

“Oggi ha scritto un tweet nel quale criticava le nomination degli America Poker Awards per la categoria “Influencer”. Ovviamente si riferiva a me ma senza mai nominarmi. Cosa sono queste str*****e? Perché devi essere una tale “little bitch”?”

Finalmente 888, la seconda Poker Room online a livello mondiale è arrivata in Italia. Registrati subito! Per te un Bonus immediato di 8 euro senza deposito e Freeroll giornalieri da 5000 euro.

La replica di Negreanu

Nel corso del suo podcast mensile, Daniel Negreanu ha risposto a Doug Polk riprendendo in mano la lista delle quattro nomination per la categoria “Influencer”: oltre ai due rivali, ci sono l’organizzatore di high roller dell’Aria Casino Cary Catz e il tournament director Matt Savage.

“Apparentemente chiedere di definire cosa sia un “influencer” nel poker è stato molto maleducato da parte mia”, ha deto Negreanu. “Semplicemente non capisco cosa c’entrino questi quattro nome insieme: due di loro giocano e sono molto coinvolti nell’industria del poker, uno ha un ruolo ben definito e un altro non fa altro che sparare mer*a sul mondo del poker, su ogni singolo aspetto”.

Daniel Negreanu

Inutile dire che l’ultimo riferimento sia a Doug Polk. Daniel prosegue: “Se parliamo di influencer come notorietà, vedo Doug vincere perché ha le mani in pasta in mille progetti. Ma se parliamo di influenzare realmente il mondo del poker, costruendo relazioni con persone, parlando con i giocatori, discutendo dei cambiamenti, lui non è un influencer”.

“È vero che porta nuovi giocatori nel poker, ma da un punto di vista generale è un personaggio negativo per il poker perché non fa altro che sparare me**a su tutti, vedi cosa ha detto su Jason Mercier e Ben Tollerene. Il suo obiettivo è di criticare altri giocatori per fare più visualizzazioni ai suoi video. Non ne avrebbe nemmeno più bisogno considerando che ha già un pubblico molto vasto, ma questo è il suo stile: creare drammi e attaccare gli altri, spesso con bugie chiare come il sole. La gente ha paura di farglielo notare perché ha paura di essere attaccata”.

Infine, Daniel ha affrontato anche la questione della famosa frase sulla rake:

“Negli ultimi 20 anni ho lavorato con un gran numero di aziende legate al poker. Non sempre sono stato d’accordo con le loro decisioni, ma ho sempre dato la mia opinione, anche contraria. Più di questo, non posso fare: io non ho il potere di prendere decisioni. Non è il mio ruolo, io posso solo dire la mia. Se sento qualcuno lamentarsi di qualcosa, vado a parlare con Pokerstars o con Jack Effel delle WSOP o con i responsabili di PokerCentral. Questo è il massimo che posso fare, perché non ho alcun potere decisionale”.

CONTINUA A LEGGERE