Phil Hellmuth: “Se inventano una nuova variante di poker, per due mesi sono il migliore al mondo”

Phil Hellmuth non è certamente noto per essere un giocatore umile, anzi, tutta la sua carriera è stata basata sul personaggio di Poker Brat, il “moccioso” del poker sempre pronto ad esplodere per un’ingiustizia (reale o immaginaria) subita al tavolo. Nel corso degli anni ne abbiamo viste di tutti i colori, perché Hellmuth non si è mai tirato indietro di fronte alle telecamere e ha sempre sfruttato questo mezzo per aumentare la sua notorietà.

C’era chi pensava che con il passare del tempo avrebbe messo la testa a posto, visto anche il quasi totale disinteresse odierno degli sponsor del poker nei confronti dei pro della vecchia guardia. E invece, il campione di Palo Alto continua a non smentirsi, con comportamenti e dichiarazioni decisamente fuori dalle righe.

Il caso Uber

Qualche settimana fa Hellmuth si è ritrovato al centro di una polemica mediatica quando è stato descritto come un maleducato da una autista di Uber, il noto servizio di trasporto privato.

“Porto questo tizio all’aeroporto”, è stato scritto in un gruppo Facebook dedicato agli Uber driver (il post è stato ripreso da Doug Polk). “Per tutto il tempo si atteggia come un privilegiato, ha ordinato un’automobile XL solo per lui. Ha tenuto l’aria condizionata al massimo e la luce accesa per tutto il tragitto. Ha passato gran parte del tempo al telefono a parlare dell’accordo milionario per il suo libro, poi è sceso e ha lasciato tutta la spazzatura nel retro (patatine, bottiglietta d’acqua, appunti sul poker). Non mi ha lasciato nemmeno un dollaro di mancia, se io fossi stata una superstar del poker lo avrei fatto!”

Hellmuth non ha commentato l’accaduto, nonostante le prese in giro ricevute da mezzo mondo del poker via Twitter. In compenso, in un recente podcast ha dichiarato di essere il miglior “fast learner” in circolazione.

Phil Hellmuth: “Da bambino, vincere era l’unica cosa che mi potesse aiutare”

Interrogato sul motivo del suo carattere iper-competitivo, Phil ha spiegato che tutto nacque quando era un bambino.

“Da bambino i miei fratelli e sorelle erano bravissimi a scuola, sapevano suonare strumenti musicali e primeggiavano negli sport. Io ero il più giovane di cinque figli e non avevo niente a cui aggrapparmi per essere meglio di loro. Non c’era positività nella mia vita ed era difficilissimo mettermi in mostra agli occhi dei miei genitori”.

L’unica soluzione che il piccolo Phil trovò per mostrarsi un vincente fu diventare un giocatore imbattibile a 360°.

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“Diventai bravissimo a Hearts, Scrabble, Backgammon, poker… volevo batterli e per farlo dovevo apprendere come vincere in un gioco nel minor tempo possibile. Allenandomi a capire i segreti per vincere in breve tempo, finivo sempre per distruggerli”.

Fatta questa premessa, Phil si lancia in una delle sue “sparate“…

“Per questo motivo posso dire con certezza che quando esce una nuova variante di poker, per almeno due settimane, se non per due mesi, sono il più forte al mondo. Quando esce un nuovo gioco… (fa schioccare le dita, ndr) per me è subito facile vincere. Il mio è un dono che ho sviluppato fin da piccolo, quando battevo i miei fratelli e sorelle”.

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“Quando perdo dev’essere per forza la sfortuna”

Hellmuth è genuinamente convinto di ciò che dice. Pensa che in un mondo dove non esistono strumenti per imparare a giocare meglio, sarebbe il più forte di tutti. Ecco perché, quando perde, impazzisce: dal suo punto di vista, non dovrebbe mai succedere.

“Quando da bambino uno dei miei fratelli o una delle mie sorelle avevano fortuna e mi battevano a un gioco, perdevo le staffe. Impazzivo, urlavo, dovevo essere io a vincere, sempre. Nella mia infanzia non avevo nient’altro di cui vantarmi oltre alla mia abilità nei giochi. Quando passai al poker, non a caso, vinsi subito. Vinsi immediatamente tornei in tutto il mondo. Ma ancora oggi, quando perdo una mano, penso che non sarebbe dovuto succedere. Non sarebbe possibile se non ci fosse la fortuna di mezzo”.

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