Strategia poker: squeeze, set mining e floating tre mosse fondamentali nell’Hold’em

Oggi torniamo a parlare di strategia poker e di tre mosse di cui avrete sicuramente già sentito parlare: lo squeeze, il set mining e il floating. In questo articolo, spiegheremo in che cosa consistono e quando utilizzarle al meglio.

 

Strategia poker

Squeeze, set mining e floating: tre armi devastanti

 

Strategia poker: lo squeeze pre-flop

Lo squeeze è una mossa che deve andare in combinazione, perché coinvolge non uno, ma almeno due avversari. Per usarla al meglio occorre un giocatore che rilanci pre-flop, preferibilmente loose-aggressive, e un altro giocatore che chiami quel rilancio.

Potendo contare su un’immagine relativamente tight, è possibile vincere subito il piatto piazzando un raise di dimensioni minacciose, che per l’appunto prende il nome di squeeze. In questa situazione, lo scopo del raise è far foldare entrambi gli avversari, facendoli presumere di trovarsi contro una mano molto forte.

Per capire meglio il concetto, occorre mettersi nei panni del raiser loose-aggressive, che spesso penserà come detto di dover affrontare una mano premium, visto che noi stiamo rilanciando non solo sul suo raise, ma anche su un call di un altro player.

Il caller, a sua volta, penserà che dopo aver chiamato il raise del loose-aggressive, deve fronteggiare un altro raise da un player che ha un’immagine piuttosto tight: la conclusione sarà le medesima di cui sopra.

In sintesi, lo squeeze è un bluff con un alto tasso di credibilità, perché effettuato contro due avversari.

Strategia poker: il set mining

Anche in questo caso parliamo di una mossa, addirittura più semplice, tipica del pre-flop quando possediamo una coppia bassa o media. Qui, facciamo call nella speranza di chiudere un set al flop, ma naturalmente con un criterio ben preciso.

Dato che le probabilità di chiudere un set sono di circa una volta ogni otto, affinché il set mining sia una mossa profittevole occorre estrarre valore pari ad almeno otto volte il costo del call pre-flop – ma preferibilmente di più.

Questo significa che voi e il vostro avversario dovete avere uno stack di almeno 8 volte la puntata che avete chiamate. Naturalmente, dovete anche essere piuttosto certi che il vostro avversario chiamerà se puntate dopo aver chiuso il set.

 

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Controintuitivamente, questo significa che giocatori poco esperti, magari anche tight, sono ideali avversari per il set mining. Player che giocano poche mani tendono ad essere meno inclini a foldare, soprattutto se hanno rilanciato loro per primi pre-flop.

A differenza del tipico avversario loose-aggressive, che spesso punterà al flop con una mano di scarso valore per poi foldare a fronte di una prova di forza altrui, il giocatore tight tende a non essere aggressivo pre-flop senza una mano di qualità. Così, a meno che il board non sia scary, continuerà a puntare con quelle mani che fanno parte del suo range di raise pre-flop.

Strategia poker: il floating

Il floating è un tipo di bluff, che di norma prevede di chiamare al flop in posizione, con l’intenzione poi di puntare al turn qualora l’avversario facesse check. Questa giocata serve a sfruttare la tendenza di quei giocatori che vanno spesso in continuation bet al flop, anche quando non hanno nulla.

In buona sostanza, ci si aspetta che l’avversario non abbia davvero una mano, e si fa quindi call al flop per poi, sul check altrui, puntare in maniera decisa al turn (due terzi o tre quarti del piatto) per spingere l’oppo al fold.

Un altro aspetto del floating è che si può fare con qualsiasi carte, perché il suo successo dipende soltanto dall’aspettativa di fold dell’avversario. Chiaramente, anche qui è meglio avere un’immagine tight.

Attenzione a non abusare del floating, perché giocatori scaltri potrebbero rendersi conto di ciò che stiamo facendo e prendere le dovute contromisure, come ad esempio il check-raise al turn con una mano decente.

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