Tom Dwan: “Gioco loose per far divertire i miei avversari. Non prendetemi come esempio”

Tom Dwan è ormai ufficialmente un poker expat, ovvero un giocatore professionista di poker che ha deciso di vivere all’estero per svolgere la sua professione. È la stessa situazione di centinaia di giocatori, tra cui anche gli italiani che si sono trasferiti fuori dai nostri confini per poter giocare sul dot com. Nel caso di “durrrr”, però, si tratta di una situazione unica ed esclusiva, perché non gioca online ma in riservatissime e ricchissime partite high stakes.

Il Big Game asiatico è il suo terreno di battaglia preferito ed è in questo contesto che avrebbe vinto cifre irreali (parliamo di decine di milioni di dollari). Per continuare a partecipare a queste partite, Tom è però “costretto” a restare in Asia per gran parte dell’anno. Una circostanza che ha tanti risvolti dal punto di vista personale, uno dei quali è la popolarità che sta ottenendo. Specialmente in Cina, dove il gioco d’azzardo è illegale ma fa parte della tradizione popolare di questa nazione. Sempre più cinesi stanno scoprendo e apprezzando il personaggio “durrrr”.

Tom Dwan saluta i suoi fan cinesi nella video-intervista

Il diretto interessato non può che essere felice di questa circostanza, per un motivo ben preciso: coloro che partecipano alle partite high stakes private sono businessman milionari (se non miliardari) che sono ben contenti di sfidare un VIP. Ecco perché Dwan non si tira mai indietro quando ha la possibilità di farsi conoscere in Asia, specialmente in Cina. Lo abbiamo visto con le molteplici interviste rilasciate all’amico e finanziatore Paul Phua ma anche con alcune apparizioni su siti web cinesi e coreane.

In queste occasioni, Dwan sa di parlare a un pubblico che non lo conosce e conosce poco il poker. Ecco perché spesso ripercorre la sua carriera, offrendo quindi alcune opinioni interessanti sul suo percorso di poker pro, come ha fatto in una recente intervista per un sito web cinese.

Tom Dwan: “Non prendete spunto dal mio gioco, seguite Phil Galfond”

Io ho uno stile di gioco molto interessante“, ha ammesso Dwan nell’intervista dopo aver salutato i suoi “fan cinesi”. “Tuttavia, non sono la persona migliore da cui prendere esempio. Penso che ci siano giocatori con delle basi decisamente migliori delle mie”.

Dwan ha spiegato meglio il concetto: “Sono bravo a scovare mosse “tricky” quindi posso essere divertente da guardare o da avere al tavolo, ma se provate a imparare da me potrebbe non funzionare. Io sono troppo spericolato, il mio gioco è pura follia. Imparate da altra gente… uno come Phil Galfond, ecco!”

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“Gioco lag per far divertire chi si siede al mio tavolo”

Dopo aver spiegato perché non si considera un buon esempio in quanto a poker giocato, Dwan ha spiegato al pubblico cinese in cosa consiste il suo stile. Nel farlo, ha involontariamente messo in luce un aspetto fondamentale per continuare ad essere invitati al Big Game asiatico: bisogna giocare molto loose per intrattenere le whale al tavolo. In caso contrario si rischia, come successo a Patrik Antonius, di venire bannati dalle partite che contano.

“In linea di massima cerco di rischiare molto, di giocare più piatti possibili“, ha detto Tom. “Lo faccio perché più divertente, non solo per me ma anche per le persone che si siedono al mio tavolo. Ci sono però occasioni in cui mi siedo al tavolo e capisco di dover giocare tight perché nessuno folderà mai contro di me e allora mi conviene aspettare mani buone. D’altronde ho una certa reputazione, perché in tv mostrano solo le mani in cui gioco come un pazzo, non tutte le volte in cui ho foldato”.

Tom Dwan e il coaching

L’intervistatore ha poi posto una domanda particolare a Dwan: hai mai coachato nella tua vita?

Ho coachato meno di 5 persone nella mia vita“, ha risposto Dwan, un po’ spiazzato per il quesito. “Due o tre erano avversari che avevo distrutto vincendogli un sacco di soldi. Mi chiesero di insegnargli qualcosa e decisi di farlo. Gli altri due o tre erano amici intimi”.

Dwan ha poi spiegato di non avere intenzione di diventare un coach perché si ritiene un pessimo insegnante.

Non sono un buon insegnante, tutt’altro… credo che ognuno di noi abbia qualità diverse e la mia è capire le strategie vincenti, specialmente nei giochi nuovi come lo Short Deck Poker. Ma non sono in grado di spiegare come sono arrivato a certe convinzioni. Ci ho provato recentemente, quando ho provato a spiegare la mia strategia nello Short Deck Poker ad alcuni amici, e ci ho messo un’ora per esprimere un concetto Forse un giorno mi dedicherò all’insegnamento ma prima devo assolutamente migliorarmi come insegnante“.

Tom Dwan in un recente high roller in Corea del Sud, con un look inedito

I consigli di Tom Dwan ai giocatori di poker

In conclusione, Tom Dwan ha dato alcuni consigli agli aspiranti poker pro.

“Il consiglio che do più spesso è di concentrarsi sui propri errori“, ha detto “durrrr”. “Tante persone non lo fanno, pensano solo alle mani che hanno giocato bene. Ma se giochi LAG come me devi pensare soprattutto alle mani che hai perso, perché per migliorarti devi passare dai tuoi errori”.

Poi un consiglio molto intelligente rivolto ai più giovani:

“Ai giovani poker player suggerisco di avere sempre un piano b. Se volete diventare pro, provateci ma senza lasciare l’università o il lavoro. Dovete mettervi alla prova: non basta vincere per qualche giorno di fila, dovete chiudere un intero anno in attivo. Perché penso che molte persone non siano oneste con se stesse, vincono per qualche giorno e pensano di potersi mantenere così. Ma questo modo di ragionare è sbagliato e ti crea molti problemi anche a livello personale”.

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