Phil Hellmuth e la mano che non dimenticherà mai: l’hero call al Main Event WSOPE 2012

Nel corso della sua carriera trentennale, Phil Hellmuth ha giocato un’infinità di mani. Alcune sono passate alla storia per le successive sfuriate, altre sono rimaste nell’anonimato ma sono state fondamentali per consentire al gigante di Palo Alto di ottenere i suoi incredibili successi.

Interrogato da Pokernews.com sulla mano che non dimenticherà mai, Hellmuth ha dato una risposta a sorpresa.

Infatti, non ha parlato dei braccialetti vinti a Las Vegas, né dell’heads-up contro Johnny Chan che gli permise di diventare il più giovane campione del Main Event WSOP ma del Main Event WSOPE 2012.

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Phil Hellmuth racconta una delle sue mani preferite

Sia chiaro, il Main Event WSOPE è uno dei tornei più importanti dell’anno, con un buy-in da €10.000, un primo premio milionario e un prestigioso braccialetto in palio. Ciononostante, da un giocatore come Phil Hellmuth, così legato a Sin City, ci si aspettava forse una mano giocata al Rio.

Invece, una delle sue più grandi soddisfazioni è arrivata in Francia, alle WSOPE 2012.

Hellmuth aveva vissuto un’estate molto positiva, nella quale aveva vinto il suo 12° braccialetto WSOP (il primo in una variante diversa dal No-Limit Hold’em). A Cannes era poi riuscito a raggiungere il final table del Main Event WSOPE, torneo da oltre 4 milioni di montepremi.

Nella fase 4-handed, gli ultimi avversari di Hellmuth erano il francese Stephane Albertini, l’ucraino Sergei Baranov e il connazionale Joseph Cheong.

Il Main Event WSOPE finirà così

Sui blinds 25.000-50.000 e ante di 5.000, Albertini rilancia a 100.000 dal bottone. Baranov rilancia a 200.000 dallo small blind e Phil Hellmuth decide di chiamare con **pj* **qj*. Chiama anche Albertini.

Sul flop **p9* **p2* **c2*, Baranov punta 275.000 e chiama solo Hellmuth. Sul turn **qq* Baranov punta nuovamente, questa volta 500.000. Hellmuth chiama.

Al river compare un **c0* e Baranov spara una puntata da un milione di chips, senza pensarci.

Qua Hellmuth va in the tank.

L’analisi di Phil Hellmuth

“Sei stato di nuovo fortunato?” chiede Phil al suo avversario. “Oppure stai provando a bluffarmi di nuovo? This is so sick. I Jack sono buoni, Sergei? Puoi battere i Jack?”

I tentativi di far parlare il suo avversario non vanno a buon fine, perché Baranov è impenetrabile. Hellmuth ci pensa a lungo, ma alla fine chiama. Ecco perché:

A quel punto battevo solo un puro bluff. Ho considerato a lungo il fold, perché chiamando e perdendo sarei rimasto short stack. Foldando, invece, sarei rimasto con un buono stack per risalire. Un call era rischioso, perché aumentava le mie possibilità di chiudere in quarta posizione”.

Era molto probabile che Sergei mi fosse avanti. Aveva rilanciato preflop e puntato su flop, turn e river. Raramente qualcuno gioca così in puro bluff”.

Alla fine, però, Hellmuth trova il coraggio di effettuare l’hero call. Baranov dichiara immediatamente “you win” e Phil esplode di gioia, esultando come un ragazzino.

“Ho chiamato dopo quattro minuti e ho vinto con J-J. A quel punto ero chipleader e puntavo a vincere. Quello è stato uno dei tornei migliori che abbia mai giocato, e l’ho anche vinto”.

Poco dopo, infatti, Hellmuth avrebbe trionfato per €1.022.376, conquistando il 13° braccialetto in carriera.

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