Trueteller: “Per vincere a poker devi giocare sulla persona, non sulle carte”

Ultimamente nel mondo del poker è in corso un interessante dibattito sul confronto tra la strategia exploitativa e quella che insegue la perfezione della GTO (Teoria dei Giochi).

Come abbiamo già visto più volte, nel primo caso si decide di giocare sull’avversario, sfruttando i leak presenti nel suo gioco; chi sceglie l’approccio GTO, invece, si concentra esclusivamente sul rendere perfetto il proprio gioco, senza curarsi di ciò che fanno gli altri.

È normale che giocatori della vecchia scuola come Daniel Negreanu sostengano che la strategia exploitativa sia meglio di quella GTO, ma anche un noto esponente della nuova generazione di top player online si è sbilanciato in favore di un approccio volto a exploitare gli avversari.

Parliamo di Timofey “Trueteller” Kuznetsov, fenomeno russo degli High Stakes Online che recentemente ha sottolineato quanto il poker sia un gioco basato sulle persone e non sulle carte.

 

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Gli inizi di Trueteller

Vivevo a Mosca quando ho scoperto il poker“, dichiara Kuznetsov in un video sul canale YouTube di Paul Phua. “Un mio amico giocava e vinceva, così decisi di provarci anche io. Man mano che giocavo mi piaceva sempre di più, allora iniziai a giocare continuamente”.

Oggi “Trueteller” è milionario grazie al poker, ma anche per lui gli inizi furono durissimi.

All’inizio non è andata bene“, ammette. “Poi ho iniziato a vincere ed è diventato tutto molto divertente per me. È stato molto divertente raggiungere gli high stakes, e mi sto godendo questa situazione ancora oggi”.

Il segreto del suo successo? Tanto gioco e concentrazione

Timofey racconta che la sua scalata è avvenuta grazie a un costante miglioramento. Come si fa a partire dal basso e diventar uno dei regular più forti delle partite più alte disponibili online? Il suo “segreto” è molto semplice.

“Per migliorare non ho fatto altro giocare tanto e pensare in profondità alle mie giocate. Penso che il modo migliore per migliorare sia giocare super concentrati e ragionare a fondo su ogni singolo aspetto di una mano. Devi sempre pensare alle conseguenze della tua action, a cosa pensa il tuo avversario durante la mano, a cosa pensa di te come giocatore e via di scorrendo”.

Timofey “Trueteller” Kuznetsov

Il poker è un gioco di persone

Ed è qui che “Truteller” si schiera in favore di un approccio exploitativo. Il fortissimo pro russo dichiara infatti: “Per me il poker è tutta una questione di giocare sull’avversario, non di giocare con le carte“.

Un concetto che ribadisce anche più avanti: “Il modo migliore di giocare a poker è comprendere ciò che passa nella testa del tuo avversario. Non è una questione di carte, è molto di più”.

L’amore per Macao e il nickaname Trueteller

Successivamente, Kuznetsov ha trattato argomenti più leggeri, come la sua location preferita per giocare.

Macao è il mio posto preferito per giocare a poker. Perché? Semplicemente mi piace stare qui, perché mi piace il No-Limit Hold’em e qui si gioca il No-Limit Hold’em”.

Poi ha anche parlato del suo storico nickname “Truteller“: “Volevo qualcosa di divertente e pensavo che nel mondo del poker “Trueteller” fosse un nickname divertente”.

Il Wynn a Macao

Se Trueteller non fosse diventato professionista

“Credo che se non avessi giocato a poker avrei comunque impostato la mia vita su qualche attività legata alla gestione del rischio“, ha continuato il regular del cash game high stakes.

“Magari sarei diventato un trader, o qualcosa di simile, perché mi piace prendere rischi. Mi piace la tensione che ne deriva. Penso di essere molto più bravo della media nel gestire i rischi sotto pressione. Se non fossi diventato un poker pro avrei fatto qualcosa di altrettanto rischioso”.

Il poker come sfida personale

Da queste dichiarazioni si evince che per “Trueteller” il poker sia anche e soprattutto una sfida con se stessi.

“Trovo che sia estremamente divertente e appagante lottare contro le mie stesse paure. Quando sei seduto al tavolo e bluffi un avversario, con il cuore che ti batte a mille perché sai di essere osservato, stai sfidando te stesso. Mi piace questa sensazione. Controllare le proprie emozioni è una sfida affascinante“.

Live o online?

Dal momento che gioca moltissimo sia live che online, non poteva mancare una domanda su quale sia la sua dimensione preferita. In realtà il russo non ne ha una.

Mi piace giocare a poker, senza distinzioni. Dal vivo è più rilassante perché posso parlare con le persone. Ci sono metagame e psicologia coinvolte. Ma nell’online puoi giocare più mani ed è più divertente sotto questo punto di vista”.

Cos’è il metagame

In conclusione, “Trueteller” ha spiegato l’importanza del metagame, ovvero di tutte quelle circostanze che vanno oltre al poker giocato ma hanno comunque un’influenza sul risultato di una sessione.

“Mettiamo che un giocatore stia partecipando a una partita da stakato. Il metagame c’è quando ti rendi conto che lui non sta pensando solo a giocare al meglio, ma anche a come reagiranno i suoi finanziatori di fronte a una certa mossa. Sarà quindi influenzato da questa circostanza e giocherà diversamente. Quando sfrutti queste situazioni puoi aumentare notevolmente il tuo edge“.

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