PokerStars: “pronti ad una nuova acquisizione dal valore di $2,5 miliardi, trattative in corso”

L’agenzia di stampa Reuters ha dato risalto alla probabile acquisizione-fusione da parte di Stars Group (ex Amaya), come ribadito in un’intervista lunedì scorso, Rafael Ashkenazi, CEO della multinazionale canadese che ha appena cambiato sede da Montreal a Toronto.

La gaming company proprietaria di PokerStars e Full Tilt è da un anno guidata da Ashkenazi che ha preso il timone del gruppo dopo le dimissioni del fondatore di Amaya Gaming David Baazov.

Rafi Ashkenazi

Stars Group ha 255 milioni di dollari di liquidità ed ha ridotto il debito di 515 milioni di dollari nell’ultimo anno: secondo gli analisti questo elemento sarebbe una leva perfetta per una nuova operazione di incorporazione.

La strategia di Ashkenazi per Stars Group

Riferisce l’agenzia di stampa che Ashkenazi ha rivelato di voler acquisire una grande gaming company o, in alternativa, 3 o 5 piccole-medie imprese. L’operazione accrescerà il valore del gruppo per 2,5 miliardi di dollari.

Le trattative sono in corso ma il CEO di Stars Group non ha voluto fare nomi anche se un mese fa, il Financial Times ha insistito su un ritorno di fiamma con William Hill.

I tempi sembrano maturi, sia perché la gaming company canadese ha ridotto il debito di mezzo miliardo (e questo aspetto la rende più attraente anche agli occhi dello storico bookmaker inglese) sia per condizioni “favorevoli” che stanno maturando sul mercato.

Le condizioni favorevoli per un’acquisizione-incorporazione

In Gran Bretagna il Governo sembra intenzionato a mettere al bando le terribili macchinette FOBTs. Si tratta dei controversi terminali di gioco fixeds-odds betting. Questa novità potrebbe sollecitare parecchi bookmakers alla fusione. Le betting company si presenterebbero al tavolo delle trattative in una posizione di relativa debolezza (potenziale redditività indebolita). E questo particolare stimolerebbe una incorporazione con la società numero uno nel poker online, anche in ottica di diversificazione.

Condizioni che potrebbero ora far cambiare idea a Parvus Asset Management, l’edge fund azionista di maggioranza di William Hill che l’anno scorso fece saltare la fusione, nonostante i manager inglesi fossero favorevoli.

Ricordiamo che l’anno scorso il debito di Stars Group ammontava a circa 3,5 miliardi di dollari e questo dato aveva spaventato Parvus. Le relazioni di bilancio mettono in evidenza invece una forte riduzione dello stesso: una boccata d’ossigeno che potrebbe rivelarsi decisiva nelle trattative in corso. Le ultime trimestrali mettono in evidenza un trend parecchio positivo per il gruppo canadese.

PokerStars: revenues up del 13%

Stars Group è intenzionato ad investire ancora forte nei casinò games e nelle scommesse ma il core business per i prossimi 5 anni rimarrà il poker online. E la crescita annuale (pari al 13%) delle poker revenues evidenziate nell’ultima trimestrale consolidano questo trend.

Il profitto nel terzo trimestre è aumentato di sei volte rispetto allo stesso periodo del 2016.

Ci sono poi le prospettive di crescita costante del settore del poker online (+7%) ed i dati positivi che arrivano da Francia ed Italia, oltre alla liquidità condivisa che nei prossimi anni dovrebbe dare un impulso forte al poker europeo.

Ashkenazi ha anche assicurato che grazie alla nuova legge in Pennsylvania che legalizza l’online, entro 12 mesi, PokerStars sottoscriverà un accordo con uno dei 12 casinò autorizzati nello stato.

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