“Motivazione, studio e passione”: il poker secondo Stephen Chidwick, n.1 della classifica GPI

Per molti il poker rimane ancora un gioco di fortuna. Non per Stephen Chidwick.

29 anni, inglese di Deal, cittadina di 30.000 abitanti nel Kent, Chidwick è da tre settimane il nuovo numero uno del Global Poker Index e secondo nella “All Time Money List” inglese, la classifica dei giocatori più vincenti del Regno Unito, dietro a Sam Trickett.

stephen-chidwick-2018-ept-monte-carlo-shr-day-2-giron-8jg2987.jpgStephen Chidwick in azione al recente EPT di Montecarlo

La spiegazione è semplice: secondo i dati di Hendon Mob, Chidwick ha all’attivo 15,5 milioni di dollari vinti in eventi live; di questi, 5,5 milioni li ha incassati nei soli primi quattro mesi del 2018. Si potrebbe dire che la run peggiore l’ha avuta proprio all’ultimo EPT di Montecarlo qualche settimana fa, quando ha incassato “solo” $90.000.

Proprio in quella occasione il blog di PokerStars.com lo ha intervistato, per conoscere un po’ più da vicino questo straordinario giocatore inglese.

Chidwick ha l’atteggiamento del “teacher”, di chi ama parlare di poker e magari regalare qualche perla di saggezza. E’ sicuramente molto determinato, non solo a vincere soldi, ma anche nel raggiungere un riconoscimento come quello della classifica GPI: “L’ho inseguita per tre anni, costantemente. Le classifiche e i premi mi hanno sempre attratto” ha confessato, “anche da bambino, sono sempre stato competitivo, qualunque fosse l’hobby o il gioco, ho sempre cercato di dare il meglio. Prima del poker, la mia passione era il golf, e anche lì mi allenavo tantissimo e mi impegnavo per diventare sempre più forte“.

Il picco del 2018 (finora) l’ha avuto a Barcellona, dove l’inglese è stato runner-up nell’HR da €100K e terzo nel Main Event, per una vincita complessiva di €2.200.000! “Dopo una partenza difficile, tutto è filato incredibilmente liscio. C’era una sorta di armonia universale che guidava il mio gioco, ed io ne ero completamente avvolto. Ero concentrato, avevo un trend così positivo che tutte le mie giocate funzionavano, i miei bluff venivano foldati, tutto era al posto giusto“.

Insomma, quella che in psicolgia dello sport (e non solo) verrebbe definita una “peak performance“, una prestazione massima. “Mi sono aiutato con un po’ di meditazione, tutti i giorni, per mantenere il focus. E’ un’abitudine che ho preso da un paio d’anni e, come confermano diversi studi, ha tanti effetti positivi. Contribuisce persino a modellare la struttura fisica del cervello. Nel poker, dove è necessario mantenere la concentrazione per lunghe sessioni di gioco, anche di 15 ore, è davvero utile“. Ma per fortuna non conta solo la testa nel poker di Chidwick: “Fortunatamente ho un team di supporto incredibile, la famiglia e gli amici, che mi ha sostenuto anche quando le cose non stavano andando poi così bene“.

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Insomma, la carriera del nuovo n.1 GPI, non è sempre stata in discesa. “Ci sono stati periodi in cui ero poco motivato e giocavo male. Ma questo mondo è così competitivo che ti porta a reagire. Lo devi fare se vuoi rimanere davanti agli altri. In questo momento non ho più problemi di motivazione, sia quando gioco, sia quando mi dedico allo studio. Imparare, analizzare le azioni al tavolo, parlare con altri giocatori, fare simulazioni, tutto questo mi cattura e mi esalta“.

Nel programma eventi del pro inglese non può certo mancare il PokerStars Players Championship alle Bahamas (6-10 gennaio 2019). “Ovviamente ci sarò. Non vedo l’ora, sarà un torneo pazzesco, con un field enorme composto da super high rollers ma anche giocatori meno esperti. E varrà tantissimi punti per la classifica GPI! Credo di potermela giocare bene, sono abile ad adattarmi ai giocatori, così come ad applicare la teoria matematica del gioco. Sarà un grande evento e spero di andare avanti il più possibile“.

Questa classifica sembra un po’ un’ossessione. Ma c’è solo il poker nel futuro di Stephen Chidwick? “Per ora voglio continuare, sento che è il momento buono: sono al top della condizione, ci sono un sacco di tornei high roller e soprattutto mi diverto! Fino a che mi sentirò così, andrò avanti. E poi mi piace viaggiare, un’opportunità che il poker mi offre. Prima o poi verrà il momento di guardare ad altro: un posto fisso dove stare [Messico forse, dove Chidwick ha già una casa?], costruire una famiglia, avviare un business tutto mio. Forse fra un paio d’anni, chissà. Ma fino ad allora voglio continuare e ottenere il massimo da quello che faccio!”

Evidentemente il navigatore non è ancora arrivato a destinazione. E visti i risultati, è davvero difficile dargli torto.

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